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Giovedì 28 marzo, il Dott. Riccardo Crucioli ha presentato il suo libro “La Grande Guerra – vittoria italiana”.

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Giovedì 28 marzo, è stato ospite del nostro Club il Dott. Riccardo Crucioli. Laureato in giurisprudenza presso l’Università di Genova ha effettuato il servizio militare come Ufficiale di complemento nella Guardia di Finanza. Ha esercitato prima la professione di avvocato e nel 2004 è entrato in magistratura. Ha svolto funzioni di giudice penale presso il Tribunale di Asti e poi di magistrato di Sorveglianza presso l’Ufficio di Varese. Dal 2014 è giudice del dibattimento penale presso il Tribunale di Genova. E’ appassionato di montagna e di sport quali lo sky running, la e-bike e la discesa in ghiacciaio. Unendo la professione con la sua passione è divenuto esperto di diritto penale della montagna tenendo corsi e conferenze sul tema. Altra sua grande passione è il tema della prima guerra mondiale sulla quale ha scritto il libro “La Grande Guerra – vittoria italiana” (edito da Aracne Ed.) e che è stato l’oggetto della sua relazione. L’autore offre nel suo libro una diversa prospettiva sul ruolo che l’Italia ha avuto nel primo conflitto mondiale. Egli parte dal presupposto che le idee che in generale si hanno sulla Grande Guerra siano sbagliate e che la storia di questa guerra vada rivalutata e rivista con orgoglio italiano. Il suo libro è proprio un omaggio a quel periodo storico. Secondo Crucioli i fatti sono rappresentati in modo distorto perché le valutazioni non sono obiettive. L’ideologia inquina la verità.
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L’esaltazione fascista e il recente vittimismo intimista impediscono di valutare oggettivamente i fatti del 1915-18. Partendo da questi presupposti il relatore dà una nuova lettura sia degli avvenimenti che hanno portato all’entrata in guerra dell’Italia sia delle varie fasi della guerra stessa. Ad esempio Crucioli sostiene che Cadorna, che viene ricordato solo per la disfatta di Caporetto, in realtà sia stato un ottimo comandante ma questo aspetto non viene preso mai in considerazione. Le sue tattiche nell’offensiva sull’Isonzo si sono dimostrate quelle giuste. I suoi difetti erano né più né meno di quelli degli altri comandanti ossia considerare i soldati come carne da macello. Ma le scelte che egli fece furono quelle giuste. Altro esempio riguarda le ragioni per le quali gli austroungarici sfondarono a Caporetto. Questo avvenne solo perché ricevettero dai tedeschi uomini, armi ma soprattutto idee mentre il comportamento dell’esercito italiano fu invece ben più valoroso. Insomma secondo l’autore occorre offrire una nuova lettura degli eventi storici che non si limiti a prendere in considerazione solo il risultato finale ma che valuti anche correttamente il comportamento delle truppe italiane e dei loro comandanti considerando i mezzi di cui disponevano, o meglio di cui non disponevano, i luoghi impervi di montagna nei quali si sono trovati a combattere senza un minimo di attrezzatura e di abbigliamento idoneo e poter così concludere che gli italiani hanno fatto grandi imprese. La narrazione obiettiva delle vicende storiche porta a concludere che la grande guerra è stata una vittoria italiana. Ha colpito, oltre che naturalmente la profonda conoscenza degli eventi storici e dei luoghi nei quali gli stessi si sono svolti (visitati dal relatore che è grande esperto di montagna), la passione con la quale Crucioli ha esposto la sua relazione. Al termine, ringraziato il relatore e ricordati i prossimi appuntamenti di Club, il Presidente ha congedato i presenti.