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19 gennaio 2017, “Paesaggi invernali nella pittura Fiamminga e Olandese” di Mino Puppo

19 gennaio 2017, “Paesaggi invernali nella pittura Fiamminga e Olandese” di Mino Puppo

Puppo paesaggi invernali 1La cultura scende dalla cattedra accademica, e diventa passione vissuta e coivolgente nelle parole di Mino, trasformatosi per l’occasione in dotto e fine critico d’Arti visive in questa piacevole serata dedicata alla celebrazione dell’Inverno. Splendidi quadri rinascimentali sfilano sullo schermo, scelti con gusto e secondo un filo logico coerente, mentre il commento di Mino guida un uditorio intento in una lettura approfondita, indicando i criteri che ne guidano l’ispirazione, le tecniche sapienti che danno struttura alle rappresentazioni soffermandosi sui dettagli chiave che li riportano in vita dopo tanti secoli. 

Il paesaggio fiammingo rappresenta un’eccezione, un filone autonomo nella pittura dell’epoca, altrimenti dominata da scene a tema, in cui le figure umane primeggiano su sfondi scarni. La cultura Protestante e mercantile dei Paesi Bassi nell’epoca di massima crescita dei commerci porta gli autori a focalizzarsi su paesaggi naturali, in cui le numerose figure umane, inconsapevoli ed intente nei propri lavori e giochi  sottolineano il prevalere di una Natura maestosa, indifferente se non ostile. 

Paesaggi invernali nella pittura Fiamminga e OlandeseAlberi maestosi e tetri segnano il ritmo di prospettive infinite e cieli corruschi di neve, mentre una sapiente gradazione dei colori conferisce profondità ai paesaggi. Le figure umane distinguono l’abilità dei diversi autori con il dinamismo delle posture e la naturalezza delle scene. Anche le opere meno riuscite giocano un ruolo importante nella comprensione dei quadri, rivelando ingenuità e limiti degli artisti meno dotati. 

I quadri più belli (e quotati) trasmettono con grande efficacia il pathos delle scene rappresentate e gli stati d’animo degli Artisti, pur lasciando a margine i tradizionali episodi tematici e le classiche figure umane della pittura dell’epoca, e mantengono intatta la propria dirompente modernità. Una critica viva, quella di Mino, dotta ma accessibile, che guida l’occhio senza impedire il libero godimento della bellezza immortale di queste opere storiche, premiata da un applauso sincero e caloroso al termine della presentazione. Termina così, troppo presto, un’altra serata trascorsa in amichevole convivialità, che ci lascia un insegnamento destinato a durare ed arricchirci nel tempo.